Esser madre è un inferno. Ho dolorato fino quasi a morirne il dì chevenne alla luce. Signor, Tu che m'hai vista alla sua cuna in quelle paurose notti della sua infanzia... e Tu lo sai che te l'ho disputato ora per ora, con la fronte dimessa al pavimento, e con le parme aperte, in te converse, invocando il Tuo nome! Io da quei giorni non ebbi requie più. Sai che gli ho ddato a brani a bran l'anima per farne un uon che fosse onesto e forte, amore e orgoglio mio. Io t'ho pregato tanto, ma sempre in vano! Sai che, se muor, nè un'ora gli sopravvivo, e morirò dannata! Signor! Tu che ha voluto vane le preci mie insino ad ora e vedermi piangente e dolorosa. rammentati, Signor, la Madre tua, ai piedi della Croce prosternata! Anch'io Signor, son madre desolata. Per pietà veglia sulla vita sua per pietà ! Signor! Signor!